Calcio ed oratori
In Italia gli oratori sono 8.255 ,secondo l’ultima indagine Ipsos, in grande maggioranza al nord.
Quelli effettivamente funzionanti non superano le 6.000 unità.
La figura del prete che raduna i ragazzi per giocare a calcio, magari partecipando anche lui alla partita, tirandosi su la tonaca, è ormai superata e consegnata alla memoria di chi ha vissuto questi straordinari momenti.
Non rinunciano a volte i sacerdoti, soprattutto i più giovani, indossando maglietta e calzoncini corti, a tirare calci al pallone.
Sono però sempre più oberati di impegni e solo grazie alla fattiva collaborazione di laici volenterosi queste realtà restano vive e dinamiche.
Per quanto riguarda le attività sportive in senso stretto gli oratori avvertono la “concorrenza” di contesti ben più strutturati: polisportive, associazioni dilettantistiche.
Sono circa 7.500 in Italia e coinvolgono più di 300.000 bambini le cui famiglie pagano rette dai 300 ai 1.200 euro annui.
Solo in minima parte questo “mondo “ coincide con le realtà parrocchiali.
Le norme amministrative da seguire sono sempre più complesse ed anche in ambito oratoriale, il modello “fai da te” con soli volontari purtroppo non funziona più.
Allenatori ed educatori, ad esempio, frequentano corsi di formazione del CSI per avere le certificazioni necessarie.
Storicamente parrocchie ed oratori sono state anche la fucina di tanti campioni dello sport italiano, e del calcio in particolare, che hanno disputato i primi campionati nell’ambito del CSI.
Gianni Rivera, Sandro Mazzola, Beppe Signori, Demetrio Albertini, solo per citare qualche nome a caso in “rappresentanza” di epoche diverse.
Anche la nazionale azzurra che ha trionfato ai recenti campionati europei ha parecchi giocatori che iniziarono a giocare negli oratori, all’ombra dei tanti campanili del nostro Paese.
Un’analisi dettagliata è stata fatta con un bellissimo articolo pubblicato recentemente su “Repubblica”.
Mister Roberto Mancini tirò i primi calci ad un pallone nell’oratorio di S. Sebastiano a Jesi mentre il suo gemello del gol alla Sampdoria, e collaboratore in nazionale, Luca Vialli fece lo stesso in quello di Cristo Re a Cremona.
Uno dei centrocampisti, Manuel Locatelli, ha cominciato nella scuola calcio della chiesa di Pesate in provincia di Lecco.
Il suo compagno di squadra Giacomo Raspadori ,esordiente in azzurro, iniziò sui campi di San Bartolomeo di Bondanello, a Castel Maggiore nel pavese.
Il centravanti Andrea Belotti faceva il chierichetto in chiesa e giocava contemporaneamente a pallone sul campetto dell’oratorio di Gorlago in provincia di Bergamo.
Federico Bernardeschi è diventato calciatore affermato anche grazie a due suore, Elisa e Lucia.
Leonardo Bonucci invece deve molto al parroco di Pianoscarano, nel viterbese, don Alfredo.
Il terzino Leonardo Spinazzola da bambino iniziava con la Virtus Foligno mentre il portiere Salvatore Sirigu, allora attaccante, giocava nell’oratorio di Siniscola nel nuorese.
Chissà se l’ondata di simpatia per la nazionale giovane e sbarazzina, che gioca un buon calcio, sempre propositivo, dipenda anche da questa origine “oratoriale” dei suoi protagonisti.
Questi ragazzi, anche con molta fortuna, hanno trasformato la loro passione in una professione.
Ci piace pensare che la loro “voglia” di essere davvero squadra aiutandosi reciprocamente, sia una traccia indelebile di quanto imparato, molti anni prima, sui campi degli oratori da sacerdoti che erano contemporaneamente allenatori, educatori ed amici.