Sportive coraggiose

Sportive coraggiose

Il genere femminile da secoli  lotta per avere uguaglianza rispetto agli uomini.

In ambito sportivo per molto tempo alle donne era vietato addirittura di assistere ai Giochi Olimpici.

Sono state fatte ricerche scientifiche per capire in che modo l’esposizione femminile nello sport potesse influenzarlo positivamente riducendo quindi qualsiasi tipo di discriminazione.

Ci sono miglioramenti notevoli se si pensa che da Londra 2012, per la prima volta in assoluto, il numero delle atlete donne era pari a quello degli uomini.

Secondo la mentalità comune alcune discipline però restano prettamente maschili: la strada quindi è ancora abbastanza lunga per superare certe barriere culturali.

Fra le tante iniziative organizzate per l’8 Marzo è davvero significativa la mostra fotografica “ Pioniere”, con splendide immagini tratte dall’Archivio Leoni, allestita fino al 19 marzo intorno alla fontana di Piazza De Ferrari a Genova.

“ Fra i ritratti della rassegna c’è quello di Ondina Valla, una ragazza  nata a Bologna nel 1916 che aveva la passione dell’atletica leggera, medaglia d’oro, prima storica per una donna italiana, alle Olimpiadi del 1936 a Berlino negli  80 ostacoli. Si affermò in un’epoca difficilissima dove le donne non potevano correre a gambe nude.  dice Simona Ferro Assessore Sport Regione Liguria- Le “pioniere” hanno abbattuto davvero dei muri se si pensa che Silvia Salis è vice presidente del CONI, dopo essersi affermata nel lancio del martello, ed un’altra atleta genovese, Marta Costa, è campionessa di kick boxing”.

Prima di ottenere la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Berlino Ondina Valle a soli 16 anni era stata convocata per quelle di Los Angeles ma aveva rifiutato dopo le pressioni del Vaticano e della madre che ritenevano indecoroso che corresse svestita oltre oceano.

Non c’è nella rassegna fotografica di Piazza De Ferrari un’immagine di un’altra “ pioniera” Kathy Switzer che riuscì a partecipare nel 1967 alla maratona di Boston solo perché travestita da uomo: il direttore della manifestazione  la riconobbe bloccandola energicamente con un braccio  ma l’intervento deciso degli altri atleti consentì a Kathy di concludere  la gara, anche con ottimo risultato. Quel giorno cambiò la storia.

Il CSI Liguria  esprime quindi gli auguri più sinceri  a tutte le tesserate, alle donne che fanno sport, sia a livello agonistico che amatoriale, magari solo per mantenere un corretto stile di vita.

In Italia la  “ Carta dei Diritti per lo Sport di tutti” redatta nel  2022 recita che “ praticare lo sport  è un diritto di ogni cittadino, di ogni età, genere e categoria sociale”.

Spesso un’enunciazione che resta teorica e che bisogna invece concretizzare, ogni giorno, con fatica ma determinazione, sul territorio.

“La forza che deriva dallo sport è una forza fisica che però si trasforma in una forza interna. In alcune realtà geografiche  lo sport è inibito come da noi decenni fa- sottolinea Simona Ferro- Penso alle donne iraniane, alle donne afgane private dei diritti fondamentali che noi in Occidente consideriamo cose scontate. Anche in quei Paesi attraverso lo sport si possono aprire strade nuove per l’auto determinazione ed una nuova consapevolezza di se stesse.”

 

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